Poesie brevi: come pensarle e scriverle

Scrivere poesie brevi (2-4 versi) potrebbe sembrare inizialmente più facile rispetto ad alternative più lunghe. Tuttavia, quando ci si agginge a farlo, il primo problema da risolvere è quello della corrispondenza tra il significato immaginato e quello effettivamente indotto nel lettore. Il “luogo” semantico di riferimento, infatti, deve essere ovviamente oggettivo: vale a dire, non si può fare riferimento a qualcosa di sconosciuto al pubblico o di palesemente soggettivo.

Se, ad esempio, una bambina possiede una bambola chiamata Camilla che ha perso un braccio, potrebbe esprimere il proprio stato d’animo di insoddisfazione, scrivendo due soli versi:

Come Camilla,
ascolto chi mi parla.

Conoscendo la realtà di “Camilla”, questi versi sono perfettamente intelligibili e fanno immaginare una persona che, nonostante la giovanissima età, vive i suoi rapporti con distrazione perchè sente che le manca qualcosa di insostituibile.

Allo stesso modo, poesie brevi basate su concetti soggettivi possono essere scritte abbastanza facilmente. In effetti, è sufficiente usare (o abusare, a seconda del punto di vista) la metafora per associare due concetti, di cui uno dei due è oggettivo, mentre l’altro è soggettivo. Se, ad esempio, la stessa bambina odia il sapore delle arance, potrebbe descrivere una situazione di disgusto, scrivendo:

Il mio bicchiere,
colmo di succo d'arancia,
mentre i compagni ridono gioiosi.

Ancora una volta, i versi hanno un loro significato intrinseco, ma un lettore ignaro dell’odio per le arance, non potrebbe mai capire su quali basi semantiche si fonda la poesia. Cerchiamo quindi di iniziare questa breve esplorazione con i pro e contro delle poesie brevi, per poi parafrasare alcuni esempi famosi e definire una “strategia” per scrivere versi espressivi ed esteticamente piacevoli.

Questo articolo riguarda le poesie brevi “occidentali”. Se ti interessano gli haiku, ho scritto una breve guida che potrebbe esserti d’aiuto. Ti invito, inoltre, a leggere le mie poesie (inclusi componimenti brevi) presenti nell’apposita sezione di questo sito.

Come bolle "informative", le poesie brevi racchiudono in pochissimo spazio una grande quantità di informazione.
Le poesie brevi racchiudono in pochissimo spazio una grande quantità di informazione, talvolta maggiore di quella di testi più estesi.

I pro e contro delle poesie brevi

Pro

  • Concisione: Le poesie brevi sono caratterizzate da una breve lunghezza, permettendo di comunicare un messaggio in modo rapido ed efficace.
  • Rapida trasmissione del messaggio: Grazie alla brevità delle poesie brevi, il messaggio può essere compreso e recepito in pochi istanti.
  • Forza espressiva: Nonostante la ridotta lunghezza, le poesie brevi riescono ad esprimere emozioni intense e potenti.
  • Aggancio semantico a concetti complessi ed evocativi: Le poesie brevi sono capaci di evocare immagini e concetti complessi utilizzando un linguaggio preciso ed essenziale.
  • Facilità di memorizzazione ed elaborazione mentale: Grazie alla loro brevità, le poesie brevi sono più facili da memorizzare e da elaborare mentalmente rispetto a testi più lunghi.

Contro

  • Limitata quantità di informazione: L’estrema brevità delle poesie brevi comporta una limitazione nella quantità di informazioni che possono essere trasmesse.
  • Poco spazio semantico: A causa della loro lunghezza ridotta, le poesie brevi possono avere meno spazio per lo sviluppo di temi complessi o dettagliati.
  • Maggiore rischio di fraintendimento: A causa della sintesi estrema, le poesie brevi possono essere soggette a interpretazioni errate o fraintendimenti.
  • Necessità di fare uso esclusivo di concetti oggettivi: Le poesie brevi spesso richiedono l’utilizzo di concetti oggettivi, con limitata possibilità di esprimere concetti più astratti o soggettivi.
  • Assenza di termini in grado di esprimere concetti complessi: La brevità delle poesie brevi può rendere difficile l’espressione di concetti complessi che richiedono un maggiore spazio semantico.

Perchè scrivere poesie brevi?

Sei uno studente, un artista, un educatore, uno scrittore o un autore? Vuoi esprimere il tuo mondo interiore in modo unico e creativo? Allora le poesie brevi sono ciò di cui hai bisogno!

Infatti, le poesie brevi ti offrono la possibilità di fare leva sulla tua esperienza oggettiva ed emotiva per creare un vero e proprio codice poetico. Questo codice, una volta elaborato dal lettore, rivelerà un mondo dalle mille sfaccettature e colori. Ogni parola, ogni verso, ogni immagine che utilizzi diventa un pennello per dipingere la tua anima e raccontare le tue emozioni più profonde.

In altre parole, potrai esprimere te stesso attraverso le poesie brevi e ciò ti consentirà di connetterti con gli altri in modo autentico e significativo. Le tue parole avranno il potere di toccare le corde più intime dell’anima di chi ti ascolta o legge. La brevità delle poesie permette di trasmettere un messaggio potente in poche parole, catturando l’attenzione e lasciando un’impressione duratura.

Sia che tu sia uno studente desideroso di esprimere il tuo mondo interiore, un artista che cerca nuove forme di espressione, un educatore che vuole stimolare la creatività dei suoi studenti, uno scrittore in cerca di ispirazione o un autore desideroso di catturare l’attenzione dei lettori, le poesie brevi sono lo strumento perfetto per te. Inizia a scrivere oggi stesso e scopri che meraviglioso strumento artistico esse siano!

L’ermetismo “estremo” di Ungaretti e le sue due più celebri poesie brevi

Non si può fare alcuna discussione relativa alle poesie brevi senza citare il grande poeta italiano Giuseppe Ungaretti, il quale, partecipando in prima persona alla Grande Guerra, usava la poesia come “via di fuga” dall’orrore delle sanguinose battaglie, al termine delle quali, i cadeveri dei compagni giacevano immobili accanto a lui, creando un senso di profondissima amarezza e desolazione interiore.

Ungaretti scrisse molte delle sue poesie brevi al fronte, durante la prima guerra mondiale.
Ungaretti scrisse molte delle sue poesie brevi al fronte, durante la Prima Guerra Mondiale.

Proprio a partire da questa considerazione, Ungaretti decise di comunicare al mondo intero quale fosse lo stato d’animo dei soldati ammassati dentro una trincea, mentre le bombe scoppiavano di continuo a breve distanza. Come già spiegato nell’introduzione, egli avrebbe potuto citare i suoi compagni e le loro storie, avrebbe, per esempio, potuto scrivere:

La moglie di Tonio fantastica,
senza saperlo.

Magari Tonio era un suo commilitone che si era sposato poco prima dello scoppio della guerra e la moglie, appena lasciata sola, avrebbe potuto rifugiarsi nell’idea dei progetti da portare a termine al ritorno del marito. Tuttavia, fin troppi elementi informativi sono, in questo caso, sconosciuti ai lettori e questo, pur non compromettendola del tutto, indebolisce la forza espressiva della poesia.

Ungaretti, invece, da grande artista, scelse una metafora oggettiva, conosciuta da tutti, che sintentizzava in un’immagine semplicissima il profondo senso di precarietà provato da coloro che vivevano quella tragedia. La sua celeberrima poesia “Soldati” consiste in quattro versi brevissimi:

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.

L’associazione semantica come “bacchetta magica” per la scrittura delle poesie brevi

In questo caso, Ungaretti fa una similitudine e mette in relazione i soldati con le foglie degli alberi non sempreverdi durante il periodo autunnale. La natura offre innumerevoli spunti e l’abilità del poeta deve essere quella di coglierne i migliori al fine di rendere in modo efficace ed efficiente (i.e., principio di economia) l’immagine mentale che desidera comunicare.

Questa tecnica è estremamente potente e può diventare uno strumento validissimo per rendere i dettagli di una situazione tramite un’immagine diversa, ma sempre oggettivamente conosciuta. Così come tutti sanno che gli alberi perdono le foglie, tutti (o quasi) devono aver esperito ciò che viene utilizzato come oggetto della similitudine.

Porto un altro esempio di una mia poesia breve chiamata “Adolescenza” (di circa 15 anni fa) che ha ricevuto alcuni premi:

Mordeva i giorni
la trasecolata ostinazione,
come un cane
la gamba d'una sedia.

Anche in questo caso siamo in presenza di una similitudine “strategica” che focalizza l’attenzione del lettore: l’ostinazione adolescenziale è equiparata a un cane che rosicchia con caparbietà la gamba di legno di una sedia. Un’immagine che tutti hanno visto di persona o tramite altri media.

Il “potere” della comparazione tra domini semantici molto diversi è un catalizzatore che focalizza l’attenzione prima su un elemento e, subito dopo, lo catapulta in un altro mondo, dove si svolge una seconda scena che richiama gli elementi della prima (ed. a volte, come nel caso di Ungaretti, l’antecedente è implicito o presente nel titolo della poesia). Questo meccanismo permette di condensare lunghe spiegazioni in pochissime parole ed è pertanto quasi sempre presente nella produzione poetica ermetica.

La più famosa poesia di Ungaretti

Tutti coloro che hanno sentito parlare di Ungaretti conoscono certamente (se non altro, per la sua brevità) la poesia “Mattina”:

M'illumino
d'immenso.

In questo caso, si tratta di due versi che formano un’unico periodo di sole quattro parole. L’economia poetica è massima e il titolo, ancora una volta, gioca un ruolo fondamentale, in quanto portatore di informazione. Così come “Soldati”, senza il quale la poesia non può essere completamente compresa, in questo caso, il primo elemento da cui partire è il sostantivo “Mattina”. Il poeta sta qui parlando dell’inizio del giorno, ma, nel contempo, anche di un inizio in senso lato. E’ il momento di un candore esistenziale, simile a quello dei neonati, che dona forza, speranza, vitalità. I fastidi della vita verranno più tardi, ma non appena si aprono gli occhi al nuovo giorno, ogni contrarietà è ancora assopita e lontana.

La tecnica utilizzata è basata sull’accostamento di un verbo che definisce esistenzialmente il soggetto (i.e., in questo caso, “illuminarsi”), con un termine iperbolico o decontesualizzato che “chiude” i versi in modo quasi violento. Per denotare il benessere di questo stato “embrionale” della propria esistenza (su qualsiasi scala temporale), viene qui evocata l’immensità, una parola indefinita che, tuttavia, richiama alla mente il quasi-sinonimo “infinità”. Quindi, ciò che il poeta esprime è un duplice concetto:

  • L’oggetto dell’illuminazione, che è appunto l’immenso, ovvero una trascendenza indefinibile che può solo essere goduta passivamente.
  • L’estensione dell’illuminazione, che è talmente grande, da apparire priva di limiti, ovvero immensa, infinita.

Possiamo usare questa tecnica per comporre alcuni brevi versi:

Ubriaco di silenzio,
osservo il tuo cuscino
vuoto.

L’azione (nonostante non vi sia alcuna velleità artistica) è focalizzata sul primo verso. Così come non ci può illuminare di immensità, non ci si può neppure ubriacare di silenzio; ma separando, come abbiamo fatto in precedenza, i due ambiti, il primo definisce un antecedente esistenziale, l’essere ubriaco, ovvero in uno stato alterato di coscienza caratterizzato da una forte disinibizione e da un senso di calma artificiale. Il secondo connette la causa di questa condizione a una mancanza, al vuoto esistenziale, alla solitudine: in una parola al silenzio.

I restanti versi fungono da riempitivo per dare alla condizione descritta una collocazione spazio-temporale. Svolgono cioè il ruolo che Ungaretti assegna al titolo. Volendo imitare il grande maestro, si poteva chiamare la poesia “Solitudine” (o con un termine similare) e ridurla al solo primo verso spezzato in due. Facendo la stessa analisi mostrata precedentemente, avremmo avuto:

  • L’oggetto dell’ebbrezza, ovvero, non il vino, ma il silenzio ininterrotto che diviene più invadente del frastuono.
  • La qualità peculiare dell’ebbrezza, che non è quella canonica, ma è qui rappresentata da un vuoto esistenziale che, proprio per assenza di termini di confronto, disinibisce (d’altronde, verso cosa si dovrebbe essere inibiti?) e porta a una sorta di calma che diviene simile alla catatonia.

Poesie brevi basate su un realismo “totale”

Questa categoria (che, ovviamente è solo funzionale all’articolo) racchiude componimenti che si limitano a mostrare la realtà nella sua oggettiva particolarità. Non contengono elementi ovvi (come, ad esempio, “oggi è martedì, domani sarà mercoledì”), ma condizioni che, nella loro “stranezza” costringono il lettore a pensare. Se, ad esempio, io scrivessi:

E' mezzogiorno,
per me è buio pesto.

Io affermerei due verità che, accostate, sembrano definire un quadro molto particolare. Il primo verso, infatti, enuncia solo un momento della giornata che nessuno può mettere in discussione. Tale momento, a meno di eclissi totali, è caratterizzato dalla massima luminosità, ma, il secondo verso, tramite l’uso perentorio di un iniziale “per me”, afferma l’esatto contrario. La caratterizzazione soggettiva è sufficiente ad abbattere ogni possibile obiezione. La “mia” condizione, infatti, può portarmi a non percepire la luce o a rigettarla senza pensarci due volte.

La forza espressiva del realismo americano di Bukowski

Un esempio di questo approccio ci viene fornito da Charles Bukowski, il quale scrive:

L'amore spezza
le mie ossa
e io rido.

La poesia, nella sua brevità, si completa in se stessa. Ovviamente si potrebbe chiedere al poeta perchè ride, quando invece dovrebbe urlare di dolore. Ma ciò non ha importanza, è solo un dettaglio secondario che, magari, non ci è dato sapere. Ciò che viene palesato nella brevità è l’accostamento tra un primo concetto che ha una sua “direzionalità” semantica e un secondo, che sembra “invertire il senso di marcia”. Questi due movimenti contrastanti creano una stasi che si focalizza su un’immagine reale (ovvero, non più basata su similitudini o metafore), per quanto perfino cinica o grottesca.

Le poesie brevi basate su un realismo "totale" sono come due treni che corrono in direzioni opposte sullo stesso binario.
Le poesie brevi basate su un realismo “totale” sono come due treni che corrono in direzioni opposte sullo stesso binario. Nello scontro, si viene a creare un’immagine “statica” che la poesia svela tramite i versi.

Poesie brevi che affermano la soggettività tramite concetti oggettivi

Questo approccio è basato, ad esempio, sulla percezione soggettiva di una realtà, che, secondo il pensiero del poeta, può essere condivisa anche dai suoi lettori. In questa categoria rientrano testi aforismatici scritti con una vena artistica e, quindi con una scelta di vocaboli, metrica e sonorità, tipici della poesia.

Un esempio che io classifico in questa “categoria” è il breve componimento di Emily Dickinson intitolato “Io non sono nessuno. Chi sei tu?”:

Io non sono nessuno! E chi sei tu?
Anche tu non sei nessuno?
Allora siamo in due - ma non dirlo!
Farebbero pubblicità, sai!

Che noia — essere qualcuno!
Così volgare — come una rana —
che gracida il tuo nome — tutto Giugno —
a una palude in ammirazione per lei!

La poesia non è certo delle più brevi, ma bisogna considerare lo stile della poetessa e la scelta di creare una premessa alla seconda quartina che rappresenta, a mio parere, il baricentro semantico della poesia. Dopo l’affermazione di (non) essere nessuno (ed. la doppia negazione, sebbene di uso comune in Italiano, non è presente in Inglese), Dickinson “salta” alla ragione del suo convicimento.

E’ noioso ascoltare il chiacchiericcio sguaiato di chi finge ammirazione per un suo simile. Il paragone con la rana è, infatti, perentorio: nonostante la rana non sia un animale particolarmente bello, esso è circondato da altre rane più o meno simili, le quali possono provare (o fingere) ammirazione per quella che, in fondo, è solo una rana magari più grande o “aggraziata”.

Nonostante la soggettività di questo convinzione (che potrebbe essere messa in discussione senza alcun problema), la poetessa è forte del suo valore potenzialmente universale. La conferma di ciò viene proprio dal secondo verso, la domanda se anche il lettore è nessuno. Qualora la risposta fosse negativa, secondo logica, il resto della poesia potrebbe essere tranquillamente scartato, visto che parte dall’affermazione della suddetta proposizione. In tal senso, avviene un processo di oggetivazione che si fonda sull’assunto ripreso nella seconda quartina.

Un esempio tratto dalla produzione di Robert Frost

Un altro esempio che potrebbe perfino sfuggire a una lettura poetica è la poesia breve “Immigranti” di Robert Frost:

Nessuna nave di tutte quelle a vela o a vapore
ha raccolto così tante persone verso di noi
Ma la Mayflower, guidata da un pellegrino, in un sogno
è stata il suo ansioso convoglio verso la terraferma.

Questa breve poesia esprime un’osservazione riguardo alla nave Mayflower e al desiderio profondo di un pellegrino di lasciare la patria per raggiungere una meta lontana, dove poter iniziare una nuova esperienza di vita. La struttura del componimento ha una forma abbastanza classica basata sul paragone: “Così come … Allora …”. Svariati poeti lo hanno usato in modo proficuo e rimane un modo estremamente efficace per esprimere il valore di uno dei due termini. Per chiarire questo concetto, è sufficiente leggere la poesia brevissima:

Come il sole a mezzogiorno
i tuoi occhi m'incantano.

L’idea è quella di partire dal termine di paragone, farlo “espandere” come una bolla e poi lasciarlo scoppiare nella seconda parte che, in quanto conseguente, verrà ulteriormente ingigantita nel suo valore.

La forza espressiva delle poesie brevi: Quasimodo e la sua osservazione della solitudine umana

Alternativamente, si può fare ricorso a una struttura del tipo “Premessa – Conclusione”, in cui, appunto, è proprio la premessa a rallentare il ritmo per permettere alla conclusione di apparire dopo un crescendo vertiginoso. L’esempio forse più calzante è la celeberrima poesia “Ed è subito sera” di Salvatore Quasimodo:

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Nonostante non sia presente un paragone, la struttura ha la medesima funzione e il suo effetto è analogo a quello indotto dagli esempi precedenti. In questo caso, inoltre, il poeta utilizza abilmente i “due-punti” come elemento di demarcazione. La poesia potrebbe infatti limitarsi al suo titolo, poichè esso è il cuore della composizione. Ma senza la premessa, ciò porterebbe a un ventaglio di possibili interpretazioni che renderebbero impossibile l’oggettivazione.

Al contrario, nell’affermare la solitudine di ogni uomo e il suo rapportarsi con un sole che trafigge, Quasimodo ha esteso al pubblico la sua percezione soggettiva della realtà. Ciò gli permette di affermare, con il vigore di un fortissimo orchestrale, il concetto chiave che ha in mente.

Le poesie brevi sono come microcosmi che racchiudono in sè intere esistenze.
Le poesie brevi sono come microcosmi che racchiudono in sè intere esistenze. Grazie al principio di economia poetica, esse ottengono la massima efficienza semantica e permettono all’immaginazione del lettore di riempire gli spazi vuoti nei modi più disparati.

Conclusioni

In conclusione, le poesie brevi rappresentano un concentrato di significato in pochi versi, sfruttando il principio di economia poetica. Queste composizioni, quando pensate e realizzate con precisione, hanno il potere di colpire nel profondo più efficacemente rispetto a testi più lunghi e prolissi. Scrivere poesie brevi non è difficile e gli esempi forniti possono fungere da stimolo per iniziare a comporre.

Esprimi la tua creatività appuntando quello che ti viene in mente. Oggi è possibile farlo con uno smartphone, in modo da poter rileggere questi “schizzi” poetici e magari trovare alternative migliori e, perchè no, decidere di metterne insieme un certo numero e renderle pubbliche! La poesia è viva, ricordalo! E non perdere l’occasione di esplorare ulteriori risorse correlate!

Testi di riferimento

Sale
Vita d'un uomo
  • Nel percorso che da "L'Allegria" giunge al "Taccuino del Vecchio" e ai versi degli ultimi anni Sessanta si rivelano il volto dell'uomo-Ungaretti e la sua inconfondibile voce di poeta: dalla tragedia della Grande Guerra, in cui si riconobbe "docile fibra dell'universo", alla riscoperta della tradizione poetica e artistica italiana che domina le più complesse liriche di "Sentimento del Tempo"; dalla devastante esperienza della morte del figlio bambino, da cui nasceranno i versi colmi di struggente tenerezza de "Il Dolore", alla conquista della fede che accompagnò la vecchiaia del poeta
  • " Leggi di più
Sale
Scrivere in versi. Metrica e poesia
  • "Scrivere non solo con la propria generazione nel sangue" ma attingendo all'immenso patrimonio metrico della tradizione classica e moderna
  • È questa la sfida che Gabriella Sica lancia ai lettori e agli appassionati di poesia riproponendo un'indagine affascinante e originale di quelle forme poetiche che nel corso dei secoli si sono consolidate, trasformate o rivoluzionate
  • Le forme metriche sono tracce preziose di una memoria che va custodita e ringiovanita, orme indelebili della tradizione letteraria italiana, vere "impronte biologiche" del lavoro compiuto dagli autori con ogni fibra e idea
  • Un'occasione per rileggere i più bei versi della poesia italiana, da Petrarca a Saba, da Cavalcanti a Leopardi, da Ungaretti a Caproni in compagnia di Gabriella Sica, poeta e protagonista del dibattito letterario del nostro tempo
  • Leggi di più
Poesia del Novecento italiano. Dal secondo dopoguerra a oggi
  • La prima antologia integralmente commentata della poesia italiana del secondo Novecento
  • Da Sereni alla neoavanguardia, da Pasolini a Zanzotto sino al territorio a tutt’oggi inesplorato della giovane poesia degli ultimi decenni, il lettore viene invitato a un incontro diretto con i testi, di cui sono fornite determinanti chiavi di accesso che interessano la lingua, i riscontri metrici, i livelli stilistici e retorici, oltre che essenziali profili bio-bibliografici
  • Pur nel rigore delle singole analisi, il volume si propone come strumento di lavoro agile e duttile, superando rigide etichette e schematizzazioni per andare alla sostanza dell’opera poetica e scoprirla nel suo collocarsi all’interno di concrete dinamiche storiche e culturali
  • Leggi di più
Sale
Poesie. Testo inglese a fronte
  • Poetessa dalla sensibilità particolarissima, Emily Dickinson riesce a vedere sempre l'universale nel quotidiano, descrive magicamente il volgere delle stagioni, considera la vita alla presenza dell'infinito, si interroga sui paradossi della fede dei padri e annuncia la propria indipendenza da ogni condizionamento
  • Questa ampia scelta di testi tratti dalle sue 1775 poesie ci mostra Emily Dickinson anche nei meno noti ruoli di umorista, testimone e critica dell'America del tempo, sfatando la leggenda che la vuole una mistica corrucciata e nevrotica arroccata nella sua stanza
  • Scopriamo così un'autrice che, nel sentire tutto con inaudita intensità, inventò una forma poetica irripetibile per comunicare la sua percezione del mondo
  • Una guida discreta e precisa ai temi e metri caratteristici del suo laboratorio è fornita in questa ricca edizione dalle note del curatore, mentre l'indice tematico permette al lettore di rintracciare le bizzarre scorribande e frequentazioni di questa enigmatica poetessa, da Manzanilla a Pompei, da Giacobbe a Emily Brontë
  • Una testimonianza di lucida ammirazione di Natalia Ginzburg conclude questa antologia della poesia dickinsoniana
Sale
Fuoco e ghiaccio. Testo originale a fronte
  • «Come un pezzo di ghiaccio su una stufa rovente la poesia deve cavalcare il proprio scioglimento»
  • Questa spiazzante formula di poetica racchiude i due estremi del fuoco e del ghiaccio, al centro della visione di Frost come di molti suoi versi – estremi inestricabilmente complementari, di quelli che fanno il tormento e la delizia di critici e lettori
  • «Ma il bello sta nel modo in cui lo dici» recita un suo verso
  • Così, dietro i grandi monologhi drammatici espressi in un parlato popolare, come dietro i sonetti e le altre composizioni formalmente ineccepibili da lui predilette – del verso libero diceva che era come «giocare a tennis senza rete» –, c'è sempre qualcos'altro
  • Qualcosa che ci turba, che ci mette in discussione, e non si lascia domare
Le Poesie di Robert Frost nella Traduzione Italiana
  • La più completa e recente opera di traduzione in lingua italiana delle poesie di Robert Frost, tratta dalle principali raccolte pubblicate dal grande poeta statunitense: “A Boy's Will” (David Nutt 1913; Holt, 1915,) “North of Boston” (David Nutt, 1914; Holt, 1914,) “Mountain Interval” (Holt, 1916,) “New Hampshire” (Holt, 1923; Grant Richards, 1924,) West-Running Brook (Holt, 1928, 1929
  • )Unitamente alla traduzione italiana, a seguito di ciascuna poesia è offerta, per comodità del lettore, anche la versione integrale in inglese, attraverso il relativo riferimento ipertestuale
  • Leggi di più


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